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IDIS
Istituto per la Dottrina e l'Informazione Sociale

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CESPOC
Centro Studi sulla Popular Culture
regione siciliana
Con il contributo dell'Assessorato dei Beni Culturali ed Ambientali e della Pubblica Istruzione della Regione Siciliana

Lo scautismo come percorso educativo: dal fascicolo popolare a un esempio contemporaneo in Sicilia

Bellini imitatore di Jean de la Hire: gli scout all 'italiana

imgIl tema scout non è particolarmente presente nella produzione italiana. Le traduzioni di Jean de la Hire (1878-1956) dominavano il campo negli anni fra la Prima e la Seconda guerra mondiale (e anche dopo, negli anni del crepuscolo del fascicolo italiano, tramite le ristampe). Si deve tuttavia segnalare una serie di Fernando (detto Aldo) Bellini (1903-1974), di professione chimico, che nei frequenti viaggi in Germania aveva scoperto il fascicolo popolare e la relativa massiccia produzione di  lingua tedesca, convincendo il padre a fondare nel 1928 a Roma le Edizioni Illustrate Americane e ad acquisire la licenza di alcune popolari serie tedesche come Ralf Clifford, Winoga e Rolf Torring. Fernando Bellini, però, anche senza averne acquisiti i diritti, si dilettava a scrivere “apocrifi” di serie famose tedesche (come Lord Lister) o americane (come Nick Carter o Buffalo Bill) che nel confuso clima degli anni intorno alla Seconda guerra mondiale potevano essere stampate senza troppi rischi. Il gioco finisce nel 1950, e Bellini torna a tempo pieno al suo lavoro di chimico. Nel frattempo però aveva creato anche delle serie di qualche valore, come Mister John Palmer, capo del Club dei Sette (50 fascicoli, Edizioni Illustrate Americane, Roma 1930-1931) che, sebbene ispirata ai fascicoli tedeschi di Lord Percy, si lasciava leggere volentieri e qualche volta superava in qualità il modello germanico. Non sono della stessa qualità le Avventure di due boy-scouts americani (30 fascicoli, Edizioni Illustrate Americane, Roma 1934), dove Bellini riprende da de la Hire il tema dei boy scout impegnati in una gara a premi. I cugini Johnny Lion e Harry Fleck devono compiere il giro del mondo per vincere un premio di cinquantamila dollari. Non sanno che di dollari stanno in realtà per ereditarne dieci milioni, ma lo sanno due banchieri cui rimarrà l’eredità se i due cugini moriranno, e che cercano di farli fuori approfittando del loro giro del mondo. I due temi – boy scout e giro del mondo – sono così sfruttati rispettivamente da Arnould Galopin (1865-1934) e Jean de la Hire che a Bellini resta poco di nuovo da dire. Si salvano, talora, le copertine.

Sono del resto gli ultimi fuochi del fascicolo scout. Presto il fascismo proibirà lo scautismo in Italia, e agli editori di fascicoli non resterà che puntare su quelli che possiamo considerare gli scout di regime, i Balilla.