La mostra
Terza sala
La pedagogia in azione: un'esperienza in Sicilia
Introduzione: breve storia dello scautismo in Sicilia
di Antonio Scalini (Centro Studi e Documentazione dello Scautismo in Sicilia)
La prima presenza dello scautismo nell’isola risale all’inverno 1910-1911 nelle città di Palermo, Messina e Giarre (Catania) con la REI (Ragazzi Esploratori Italiani). In seguito nacque a Taormina nel 1915 la prima sezione del CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori ed Esploratrici Italiani), che si diffuse nel decennio successivo principalmente nella Sicilia Orientale, con qualche presenza anche nella Sicilia Occidentale.
Il 1916 vide il sorgere dello scautismo cattolico dell’ASCI (Associazione Scautistica Cattolica Italiana), con i primi sei riparti d’Italia a Palermo. Fino allo scioglimento imposto dal regime fascista fra il 1927 e il 1928, i riparti raggiunsero il numero di sessanta, sotto la guida del Commissario regionale avvocato Giuseppe Pipitone (1890-1930), riuscendo a coprire tutte le sei province della Sicilia di allora.
Dopo lo scioglimento, fu presente anche in Sicilia lo scautismo clandestino, sia da parte del CNGEI, con il Lupercale di Catania, sia da parte dell’ASCI. Con lo sbarco degli alleati, si ebbe la rinascita dei primi riparti ASCI: quelli siciliani furono i primi in Italia a riemergere apertamente, tanto che il Commissariato regionale, riattivato nel gennaio 1944, si costituì provvisoriamente in Commissariato centrale. A giugno il direttore del Bureau internazionale diede il benvenuto allo scautismo siciliano nella fraternità mondiale. Sempre a giugno ripartì il CNGEI, con la Sezione di Catania, anch’essa prima in Italia.
La ripresa vide nell’ASCI un susseguirsi di raduni regionali di esploratori fino all’ultimo, il quinto, del 1964. Il CNGEI tenne un unico campo regionale nel 1947.
Per quanto riguarda lo scautismo femminile, la prima sezione dell’UNGEI (Unione Nazionale Giovani Esploratrici Italiane) risale al 1921 a Siracusa. Nel secondo dopoguerra fu molto attiva la sezione di Palermo, che tra il 1965 e il 1971 sarà la più numerosa d’Italia. Dal 1956 è esistito un ceppo dell’AGI (Associazione Guide Italiane) a Catania; successivamente, se ne aprì un secondo a Mazara del Vallo.
La fusione fra ASCI e AGI nel 1974 fa iniziare un nuovo cammino con l’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani): gli ottanta gruppi di allora hanno oggi superato i duecento. Tra il 1983 e il 1992 la Sicilia arriverà a essere la prima regione in Italia per numero di sezioni anche per quanto riguarda il CNGEI.
Significativa è stata la partecipazione delle associazioni scout siciliane alla fiaccolata del 1992 in ricordo del giudice Giovanni Falcone (1939-1992). Il primo campo regionale dell’AGESCI si è tenuto nel 1986 e il primo del CNGEI, nella sua veste rinnovata, nel 1994. Parallela all’AGESCI, da un decennio è significativa l’esperienza dell’AIC (Associazione Italiana Castorini), un’esperienza scout riservata ai bambini e alle bambine dai cinque ai sette anni.
Sono inoltre da segnalare, come contributi acquisiti a livello nazionale, da parte dell’ASCI l’invenzione del Precampo nel 1971, che diventerà la Route d’Orientamento e in seguito l’attuale ROSS (Route d’Orientamento alle Scelte di Servizio). Nell’AGESCI negli anni 1990 si sviluppa e si codifica il CAEX (Campo per Adulti di Provenienza Extrassociativa).
Attualmente c’è inoltre in Sicilia la presenza dell’ASSORAIDER (Associazione Italiana di Scautismo Raider), la quarta associazione scout italiana per dimensioni, che nacque a Palermo nel 1965 e dopo un lungo periodo di silenzio rinascerà a Messina nel 1979; degli FSE (Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici), nati a Gela nel 1977 e che si sono sviluppati in quasi tutte le province; e degli Scout di San Benedetto, diffusi nella provincia di Palermo sin dal 1990.
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